Appello all’ANPI del presidente del Centro Studi Ettore Luccini di Padova
La morte di Giorgio Fedel è una notizia tristissima, solo compensata dal ricordo della passione con la quale ha cercato la verità sulla morte del padre. Una ricerca mai faziosa, animata certo dal desiderio di onorare la memoria del padre (Riccardo Fedel, il Comandante Libero), ma tuttavia perseguito con estremo rigore storico-filologico. La sua fatica non andrà persa. I documenti che egli ha scovato nella sua certosina indagine impongono agli studiosi, ma anche all'ANPI nazionale, di dare una risposta ai molti, troppi interrogativi che l'esecuzione del Comandante Libero - proprio grazie all'ostinazione di Giorgio Fedel - pone.
La storia è cosa troppo seria perché essa si fermi a oggi incomprensibili motivi di prudenza "politica". Onestà intellettuale impone di cercare la verità. L'ANPI, gloriosa Associazione dei partigiani italiani, non si sottragga a tale dovere primario: accertare la verità al di là di una vulgata ufficiale che i documenti che Giorgio Fedel ha rinvenuto mette in discussione. Il Centro Studi Ettore Luccini, di cui sono Presidente pro tempore, si impegna a farsi promotore di un dibattito storiografico che, carte alla mano, favorevoli o contrarie alle tesi di Fedel, faccia una volta per tutte chiarezza. Lo dobbiamo alla generosa battaglia di Giorgio Fedel, ma lo dobbiamo anche al patrimonio morale dell'ANPI. E perciò rivolgo un appello a quella importante Associazione: non si faccia schermo di verità conclamate, che tali potrebbero non essere di fronte ai documenti ritrovati.La verità, qualsiasi essa sia alla fine accertata, non deve fare paura a nessuno.
Padova, 13 luglio 2014
GIORGIO ROVERATO
(Presidente pro tempore del Centro Studi Ettore Luccini)