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Il Combattente

 

 

Il Blog della Fondazione Comandante Libero

 

La Resistenza in Appennino raccontata dall'ufficiale russo Sorokin

Da "Il Resto del Carlino - Forlì" del 7 febbraio 2014

di Oscar Bandini

NUOVI documenti sulla Resistenza nell’Appennino forlivese. E’ uscito nei giorni scorsi infatti il volume ‘La Stella Garibaldi. Memorie di un partigiano sovietico in Romagna 1943-45’ di Sergej Sorokin. Il memoriale edito per i tipi della Fondazione Riccardo Fedel – Comandante Libero (sorta su impulso proprio di Giorgio e Nicola Fedel rispettivamente figlio e nipote di Libero primo comandante della brigata Garibaldi).

Il libro è stato scritto da Sorokin giovane ufficiale dell’Armata Rossa fatto prigioniero dai tedeschi nell’autunno del 1941 e deportato in un campo di di prigionia vicino a Verona. «Da qui — precisa Nicola Fedel — con 11 compagni riuscì a fuggire nell’agosto 1943 unendosi poi, grazie all’aiuto degli antifascisti veneti e romagnoli, alla Brigata Garibaldi Romagnola guidata da Libero e della quale divenne comandante di compagnia».

Sergej è stato a lungo un personaggio mitico e il terrore dei tedeschi in Appennino proprio per l’audacia e il coraggio dimostrati in decine di azioni dalla sua compagnia di russi e slavi. Nel 1965 Sorokin fu decorato dal comando generale delle Brigate Garibaldi con la massima onorificenza partigiana ovvero la Stella d’oro garibaldina. «Il libro — precisa lo studioso Marco Renzi — ha una importanza storiografica rilevante poiché getta luce inedita sulla prima resistenza armata in Romagna, contribuendo a completare un quadro lasciato per troppo tempo sbiadito».

Renzi, che firma l’introduzione, ne scoprì l’esistenza grazie a Boris Lotti, a Nadia Venturini (la compagna di Sorokin) e al loro figlio Lionel Sorokin che ne hanno permesso infine il prezioso recupero.

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